Lavorare

Quand’è che ci siamo sentiti veramente e finalmente adulti ? Personalmente mi sono sentito adulto quando ho iniziato a lavorare. Il lavoro mi ha consentito di costruire una famiglia, di avere una casa mia, mi ha permesso di mettermi alla prova e di confrontarmi con il prossimo, di sentirmi parte attiva della comunità, utile per davvero al suo sviluppo economico ed alla sua crescita civile. Il lavoro mi ha arricchito umanamente e culturalmente e mi ha fatto capire molto di me e della società in cui vivo.

Per noi famiglie del Comitato 162 Piemonte, che rivendichiamo per i nostri figli gli stessi diritti di tutti i cittadini, il lavoro, così come l’abitare secondo i desideri di ciascuno, con chi e dove si vuole, non è una semplice possibilità, un’opzione praticabile per essere occupati, per passare il tempo e guadagnare, eventualmente, qualche soldo, magari inseriti in progetti a scadenza con scarsissime o nulle possibilità di trasformarsi in posti di lavoro veri.

Per noi il lavoro rappresenta un elemento costitutivo del pensare il futuro dei nostri figli. Il primo fattore di vera inclusione sociale, volto a restituire alla società un’immagine nuova della persona con disabilità, come persona promotrice di sviluppo e non semplicemente soggetto passivo da accudire, una “voce di costo” della quale la società debba, doverosamente e “dolorosamente”, farsi carico.

Nonostante i proclami della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e quanto sancito dai Programmi di azione biennale, ad oggi, in molti casi, a livello istituzionale, da parte di operatori del sociale, all’interno delle stesse associazioni di tutela della disabilità, è ancora presente l’idea che la persona disabile non possa e quindi non debba lavorare (ed allo stesso modo non sia capace di autodeterminarsi). Ma questo fa parte del gioco e la nostra battaglia è anche quella di operare sul piano culturale per modificare queste errate convinzioni.

Ciò che sconcerta e scandalizza è però constatare come tali pregiudizi si traducano nella vita di tutti i giorni in atti discriminatori da parte di chi, per mandato istituzionale, dovrebbe avere come obiettivo il rispetto (previa la conoscenza) delle leggi e dei regolamenti che governano la materia del diritto al lavoro e degli inserimenti lavorativi.

Nelle voci che compongono questo menù cerchiamo di fare chiarezza su alcuni punti importanti in materia di leggi, circolari INPS, sentenze dei Tribunali di Cassazione che regolamentano l’accesso al mercato del lavoro da parte delle persone con disabilità e che smentiscono i pregiudizi e le errate convinzioni di chi pensa che i nostri figli non debbano lavorare.

Claudio